Ricerca, processo e metodo: così, per noi, inizia ogni progetto.

Brand come ecosistema

Un brand è una piattaforma nella quale più linguaggi concorrono a una costruzione di senso complessa, coerente ed efficace. 

Intendiamo l’identità visiva come un ecosistema in cui molteplici elementi dialogano tra loro e i segni sono funzionali a un racconto di sistema capace di coinvolgere l’utente, anche attraverso dinamiche di partecipazione e co-creazione.

Il brand diventa uno spazio di incontro e trasformazione in cui linguaggi visivi differenti coesistono, si intrecciano, entrano in relazione reciproca per creare processi di significazione aperti, in costante evoluzione.

Esperienze nello spazio

Progettare gli apparati visuali utili all’ideazione di esperienze negli spazi significa coniugare le direzioni strategiche della comunicazione di un brand con le necessità di visita, fruizione, intrattenimento e orientamento dell’utente.

Dai progetti espositivi agli allestimenti, dal wayfinding all’exhibit design, dalle installazioni interattive alla progettazione visiva per il retail, il dialogo tra design della comunicazione e design per gli spazi si articola attraverso la comprensione e la strutturazione delle informazioni utili all’utente, articolate per facilitare la gestione di flussi di visita, la costruzione di spazi di relazione, l’orientamento tra luoghi e tra funzioni. 

Utente al centro

Mettere l’utente al centro del processo di progettazione per le interfacce digitali  significa lavorare su dinamiche basate sullo studio dell’architettura delle informazioni e sviluppate attraverso la comprensione delle modalità con cui gli utenti dialogano con il brand.

Significa progettare pensando prima di tutto a come le persone si muovono tra le informazioni negli spazi digitali, a come interagiscono con i contenuti, a come si interfacciano con i sistemi visivi, dando un senso al loro utilizzo.

Narrazioni

La costruzione di narrazioni all’interno di processi di branding è un’occasione di sperimentazione per testare il potenziale narrativo dei singoli linguaggi quanto l’efficacia della loro ricombinazione.

Dal videomaking all’illustrazione, dalla progettazione editoriale alla fotografia, dal web design al set design, il filtro narrativo è una postura con cui approcciare ogni progetto, mescolando linguaggi visivi diversi in mix inattesi.

Design delle informazioni

I dati sono una modalità di osservazione della realtà. Passare dai dati all’informazione significa mettere in gioco un insieme di strumenti utili a facilitarne la comprensione, attraverso l’uso di leve, anche visive, con l’obiettivo di spiegare processi articolati e restituire  informazioni in modo efficace.

Dalla data visualization alla facilitazione grafica, lavorare sul design delle informazioni significa tradurre strutture di significato complesse in immagini più semplici da decodificare per l’utente.

Attivazioni e trasformazioni

Nella sua evoluzione “biologica” un brand può attraversare diverse fasi, esprimendo necessità comunicative complesse e istanze di riattivazione, rilancio, riposizionamento.

Le risposte progettuali passano dalla creazione di campagne di comunicazione, all’implementazione di azioni di trasformazione.

Che siano attori pubblici o privati a utilizzarle, porre in essere azioni di questo tipo vuol dire condividere con i propri utenti un proprio assetto valoriale e di intenti, scegliendo gli strumenti e le strategie più efficaci.

Comunicazione per la cultura

La progettazione per sistemi visivi e la costruzione di piattaforme di brand si declina anche nel settore dell’industria culturale.

Progettare per spazi espositivi, realtà museali, associazioni e manifestazioni culturali  significa declinare i processi che stanno alla base della progettazione di sistemi visivi in un mondo complesso, che richiede una particolare sensibilità e un approccio specifico, per far coesistere le necessità tipiche di un segmento economico con quelle vocazionale del fare cultura. 

Formazione

L’attività formativa dello studio si declina, da una parte, a livello accademico, dall’altra a livello corporate.

Nella prima tipologia rientrano le docenze che Laura Bortoloni svolge presso università ed enti di formazione a livello nazionale e internazionale, nella seconda i percorsi orientati ad associazioni, aziende e attori di vario genere che necessitano di azioni ad hoc, che vanno dai percorsi esplorativi come i workshop ai progetti formativi dedicati al business.

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